#248 - La garanzia della salvezza - Giovanni 14:15-17

Forse ti ricorderai che in questo capitolo, dopo l’uscita di Giuda, Gesù era rimasto solo con i suoi discepoli. Pertanto, le parole che gli rivolge qui sono riservate a coloro che credono veramente in lui. E non avranno nessun senso per te, se finora non ti sei convertito a Cristo.


Il Signore gli rivela: “Se mi amate, osservate i miei comandamenti. Ed io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, che rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce; ma voi lo conoscete, perché dimora con voi e sarà in voi. (Giovanni 14:15-17).


A questo punto ormai non manca molto affinché Gesù venga tradito, arrestato e consegnato a morte. I discepoli saranno molto tristi quando non l’avranno più tra loro, però lui non desidera che si sciolgano in lacrime. Gli chiede invece obbedienza ai suoi comandamenti, riportati nei vangeli e pure nelle epistole, le quali lo Spirito Santo ha ispirato i suoi apostoli a scrivere. Tali saranno le sue istruzioni precedentemente alla sua partenza.


E prima ancora di lasciare questo mondo, il Signore pregherà il Padre di inviare lo Spirito Santo per consolare quelli che gli hanno creduto. Fa attenzione a queste sue parole: “che rimanga con voi per sempre”. Infatti, non c’è nessuna possibilità di perdere lo Spirito Santo dopo averlo ricevuto da Dio. È “per sempre”.


Questo Spirito è anche lo Spirito di verità, cioè non potrà mai essere associato all’errore. Se impari delle cose che poi però non riesci a trovare corrispondenza nella Parola di Dio, sappi che esse non provengono dallo Spirito Santo di Dio. Il mondo non può ricevere questo Spirito giacché è un privilegio soltanto dei veri credenti in Gesù.


Così come succedeva ai discepoli, quando Gesù gli parlava, e altrettanto ai credenti vissuti nel periodo anteriore alla formazione della Chiesa, lo Spirito abitava “con” loro, tuttavia non era ancora “in” loro. La venuta dello Spirito Santo, affinché dimorasse nei credenti individualmente e nella Chiesa collettivamente, la si può leggere nel secondo capitolo del libro degli Atti, quando la Chiesa è stata formata, la quale è il corpo di Cristo (Romani 12:5).


Ma cosa è necessario perché lo Spirito Santo venga ad abitare in noi, e quando ciò accade? L’apostolo Paolo ci risponde in Efesini 1:13: “In lui anche voi, dopo aver udita la parola della verità, l'evangelo della vostra salvezza, e aver creduto, siete stati sigillati con lo Spirito Santo della promessa”. L’ordine è questo: ascolti il vangelo, credi in esso e ricevi lo Spirito Santo. Come vedi, non si tratta di sentire ma di credere.


Il brano prosegue affermando che lo Spirito Santo “è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio s'è acquistati, a lode della sua gloria.” (Efesini 1:14). Il pegno equivale a una prova o garanzia, e se non ce l’hai, non sei stato salvato. Senza lo Spirito Santo non si può nemmeno pretendere di essere di Gesù, poiché in Romani 8:9 troviamo: “Se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui.”.


Nei prossimi 3 minuti Gesù ci mostrerà quale deve essere la speranza del cristiano.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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