#259 - Un mondo senza rimedio - Giovanni 15:16-27

Prestando attenzione all’episodio anteriore avrai capito che Dio trasforma un suo nemico in un figlio, coerede di Cristo e destinato a partecipare alla gloria che il Figlio ha ricevuto dal Padre. Niente di tutto questo ci viene per merito, giacché Dio lo dona per grazia a chi crede in Gesù.


Beh, almeno potrai rivendicare il merito di aver deciso di credere in Gesù, vero? No, sbagliato. Vediamo cosa ci dice: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo (Giovanni 15:16). Non siamo noi a sceglierlo, ma è lui che ci sceglie. E il frutto permanente è quello che si può produrre solo mentre siamo qua, il cui valore, però, sarà meglio apprezzato in cielo. Che frutto è mai questo?


Il frutto dello Spirito, nella lettera ai Galati, è così descritto: “amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo (Galati 5:22). Proprio come il frutto identifica soltanto il tipo di albero, queste qualità non ti rendono un cristiano, tuttavia mettono in chiaro quello che sei ora, dopo essere stato salvato mediante la fede in Gesù. Tale frutto serve da testimonianza, affinché anche altre persone credano in Gesù e siano destinati alla gloria eterna.


Molti cristiani ritengono di dover rendere il nostro pianeta un posto migliore e che un giorno, dopo esser state eliminate le ingiustizie, Cristo ci dirà: “Ok, adesso che avete messo la casa in ordine, posso tornare”. Non esiste nulla di tutto ciò nella Parola di Dio. Questo mondo cammina inevitabilmente verso un giudizio di fuoco, e non c’è niente che tu ed io possiamo fare per cambiarlo. Sì, tutto quanto sarà stato costruito, migliorato o conservato, verrà bruciato.


Allora, cosa rimarrà per sempre? Solamente quello che sarà spedito in cielo, “dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano (Matteo 6:20). Gesù non si è intromesso nella politica del suo tempo, non si è preoccupato di cambiare il governo, di promuovere disordini e guerre, o di costruire grandi monumenti per segnare il suo passaggio sulla terra. Ogni cosa compiuta da lui aveva per obiettivo il cielo. Ciò che ha realizzato, è ciò che permane per sempre.


Per Gesù il mondo è stato il luogo in cui è stato disprezzato e respinto, e anche dove è stato immolato in sacrificio a Dio. Il fuoco del castigo divino è caduto sull’Agnello, perché coloro che credono in lui non fossero più soggetti al giudizio e al fuoco eterno. Il Signore non è venuto qui per migliorare il mondo, ma per riscattare le persone dal mondo ed inserirle nella lista dei passeggeri destinati al cielo.


E finché non arriverà il giorno della partenza, la funzione dei credenti è di testimoniare di Gesù con parole e opere, ed esercitare il ruolo di misericordia e amore che pure lui ha svolto prima. Tu, però, non aspettarti applausi per questo. Ci ha già avvisati: “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; ma poiché non siete del mondo, ma io vi ho scelto dal mondo, perciò il mondo vi odia... Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Giovanni 15:18-25).


Nei prossimi 3 minuti Gesù ci rivelerà da dove proviene la capacità che ci permette di essere suoi testimoni.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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