Il capitolo 7 del Vangelo di Giovanni ci
mostra che la festa dei Tabernacoli
si avvicinava. Nonostante sia stata istituita da Dio nell’Antico
Testamento, qua viene chiamata “festa dei giudei”. Perché “dei giudei”? Poiché
ora la celebravano per se stessi e con il cuore
completamente distante da Dio.
E proprio
per questo Gesù cerca di star lontano dalla Giudea, giacché i giudei religiosi, gli stessi che organizzavano tale
festa, volevano ucciderlo. Ogni cuore lontano da Dio vuole liberarsene di Gesù. Inoltre non erano
solo i giudei religiosi che si distanziavano
sempre più dai pensieri di Dio. Purtroppo qui anche i fratelli di Gesù non gli credono, e non riescono a entrare nel
vero spirito di questa festa istituita da Dio.
Durante
la festa dei Tabernacoli il popolo avrebbe dovuto abitare in capanne
per sette giorni, per ricordarsi appunto che un
tempo erano stati pellegrini, vivendo in un
deserto. Sì, questo sarebbe lo stesso spirito con cui i cristiani dovrebbero vivere in questo pianeta: come pellegrini senza una dimora
definitiva.
I fratelli di Gesù insistono perché vada a Gerusalemme insieme a
loro, affinché le persone possano vedere i miracoli che sarebbe in
grado di compiere, diventando così molto
famoso. In fondo, ragionano i suoi fratelli, chi vuol essere riconosciuto pubblicamente non
si nasconde e deve esibirsi al mondo. Tuttavia Gesù gli spiega che il suo
tempo non era ancora venuto, cioè non
era ancora arrivata l’ora in cui sarebbe
visto e riconosciuto da un capo all’altro della
terra, come poi succederà al suo ritorno.
Il ragionamento dei fratelli di Gesù è uguale a quello di qualsiasi essere umano. Pensano
che faccia i miracoli per attirare l’attenzione su di
sé. Alla vigilia della festa, la quale avrebbe dovuto rappresentare il carattere pellegrino del popolo
terrestre di Dio, loro
si preoccupano della sua fama e riconoscimento. Oggi, mentre alcuni cristiani
si occupano soltanto di acquistare successo
e popolarità, altri condividono la vergogna e il rigetto di Gesù,
essendo criticati dai
loro stessi fratelli in Cristo, dato che non intendono partecipare al
grande circo che è diventata la cristianità.
Nel
capitolo 13 dell’epistola agli Ebrei troviamo una chiara distinzione
tra le usanze
e celebrazioni dei giudei e la chiesa, il popolo pellegrino di Dio in
questo mondo nella presente dispensazione. Lì c’è scritto: “Usciamo quindi fuori dall'accampamento e andiamo
a lui portando il suo obbrobrio. Perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella
futura. Per mezzo di Gesù, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo
nome.”
(Ebrei 13:13-15).
Quando
ti renderai conto che la cristianità ha creato un
sistema molto simile all’accampamento degli ebrei, non avrai altra scelta che abbandonare tale “campo cristiano”,
per poi condividere il disprezzo e il rifiuto che
Cristo ha avuto ed ha ancora nel mondo. Se desideri offrire “continuamente a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo
nome”, di Gesù e di nessun altro, allora questa
sarà la cosa giusta da fare: dovrai non solo uscire “fuori dall’accampamento”, ma andare a Gesù.
Nei prossimi 3 minuti conoscerai il segreto
per comprendere la Parola di Dio.