#176 - Fuori dall’accampamento - Giovanni 7:1-9

Il capitolo 7 del Vangelo di Giovanni ci mostra che la festa dei Tabernacoli si avvicinava. Nonostante sia stata istituita da Dio nell’Antico Testamento, qua viene chiamata “festa dei giudei”. Perché “dei giudei”? Poiché ora la celebravano per se stessi e con il cuore completamente distante da Dio.


E proprio per questo Gesù cerca di star lontano dalla Giudea, giacché i giudei religiosi, gli stessi che organizzavano tale festa, volevano ucciderlo. Ogni cuore lontano da Dio vuole liberarsene di Gesù. Inoltre non erano solo i giudei religiosi che si distanziavano sempre più dai pensieri di Dio. Purtroppo qui anche i fratelli di Gesù non gli credono, e non riescono a entrare nel vero spirito di questa festa istituita da Dio.


Durante la festa dei Tabernacoli il popolo avrebbe dovuto abitare in capanne per sette giorni, per ricordarsi appunto che un tempo erano stati pellegrini, vivendo in un deserto. Sì, questo sarebbe lo stesso spirito con cui i cristiani dovrebbero vivere in questo pianeta: come pellegrini senza una dimora definitiva.


I fratelli di Gesù insistono perché vada a Gerusalemme insieme a loro, affinché le persone possano vedere i miracoli che sarebbe in grado di compiere, diventando così molto famoso. In fondo, ragionano i suoi fratelli, chi vuol essere riconosciuto pubblicamente non si nasconde e deve esibirsi al mondo. Tuttavia Gesù gli spiega che il suo tempo non era ancora venuto, cioè non era ancora arrivata l’ora in cui sarebbe visto e riconosciuto da un capo all’altro della terra, come poi succederà al suo ritorno.


Il ragionamento dei fratelli di Gesù è uguale a quello di qualsiasi essere umano. Pensano che faccia i miracoli per attirare l’attenzione su di . Alla vigilia della festa, la quale avrebbe dovuto rappresentare il carattere pellegrino del popolo terrestre di Dio, loro si preoccupano della sua fama e riconoscimento. Oggi, mentre alcuni cristiani si occupano soltanto di acquistare successo e popolarità, altri condividono la vergogna e il rigetto di Gesù, essendo criticati dai loro stessi fratelli in Cristo, dato che non intendono partecipare al grande circo che è diventata la cristianità.


Nel capitolo 13 dell’epistola agli Ebrei troviamo una chiara distinzione tra le usanze e celebrazioni dei giudei e la chiesa, il popolo pellegrino di Dio in questo mondo nella presente dispensazione. Lì c’è scritto: “Usciamo quindi fuori dall'accampamento e andiamo a lui portando il suo obbrobrio. Perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futuraPer mezzo di Gesù, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome. (Ebrei 13:13-15).


Quando ti renderai conto che la cristianità ha creato un sistema molto simile all’accampamento degli ebrei, non avrai altra scelta che abbandonare tale “campo cristiano”, per poi condividere il disprezzo e il rifiuto che Cristo ha avuto ed ha ancora nel mondo. Se desideri offrire “continuamente a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome”, di Gesù e di nessun altro, allora questa sarà la cosa giusta da fare: dovrai non solo uscire “fuori dall’accampamento”, ma andare a Gesù.


Nei prossimi 3 minuti conoscerai il segreto per comprendere la Parola di Dio.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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