Quando
ascoltano ciò che era stato appena detto da Gesù, molti giudei credono in lui, e
si rivolge a loro così: “Se dimorate nella mia parola, siete
veramente miei discepoli.” (Giovanni
8:31). Capiamoci bene: non sei salvato perché perseveri nella parola di Gesù, però dimori nella
sua parola perché sei già stato salvato. Ed è questo che differenzia un
vero discepolo da qualcuno che professa di essere cristiano soltanto a parole.
Inoltre, aggiunge: “Conoscerete
la verità e la verità vi farà liberi.” (Giovanni 8:32). Ma
come si può essere liberi ponendosi sotto la signoria di
Cristo e consegnandogli la guida della propria vita? La libertà non è forse poter avere il libero arbitrio di fare ciò che
si vuole, essendo i padroni di noi stessi?
No, affatto, innanzitutto perché è
falsa l’idea che qualcuno possa avere il
libero arbitrio. Nessuno fa le proprie scelte di libera e spontanea
volontà. Adamo sì che ha potuto decidere come agire, noi no. Dalla
caduta dell’uomo le nostre scelte
sono state dettate dal peccato che c’è in noi. Ecco il
motivo per cui Gesù afferma che “chi commette il peccato è schiavo del peccato.” (Giovanni 8:34).
Quando pecchi, sei sotto la direzione della tua vecchia
natura. Quando credi in Gesù, sei libero.
Tuttavia non
sempre il cristiano godrà di questa
libertà. Leggendo la lettera ai Romani, vedrai che esiste una
progressione. I primi capitoli ci mostrano che nessuno
cerca Dio poiché siamo naturalmente peccatori. Pertanto non abbiamo il libero arbitrio di scegliere tra il bene e il male: siamo già nati “preconfigurati”
per scegliere il male. Poi, nel capitolo 7, ci sarà rivelato che nella
carne, cioè nella nostra natura, non abita alcun bene.
Solo
dopo aver ricevuto la nuova vita, attraverso la nuova nascita, inizierai a desiderare il bene, eppure troverai ancora nella tua
carne la tendenza a fare il male. Scoprirai di essere un uomo nuovo ma legato al
corpo del vecchio uomo. A questo punto l’anima capirà che la
sua liberazione è fuori da se stessa, in Gesù, e non nel
tentativo di domare la carne tramite i precetti della legge dati a Mosè, e griderà:
“O
miserabile uomo che sono! Chi
mi libererà da questo corpo di
morte? Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù
Cristo, nostro Signore. Io stesso dunque con la
mente servo la legge di Dio, ma con la
carne la legge del peccato.” (Romani
7:24-25).
Ed è
solamente nel capitolo 8 della lettera ai Romani che Paolo ci spiega come liberarsi dalla legge del peccato e della
morte. Quando il cristiano vive nello spirito di Romani 8, ha una vita libera e in comunione con Dio.
Quando si ritrova ancora nel capitolo 7, cioè cercando di far obbedire la
sua carne alla legge di Dio, vivrà frustrato o addirittura
si trasformerà in un ipocrita.
Se siamo in
Cristo, siamo veramente liberi e guidati dalla
sua parola, applicata dallo Spirito Santo in noi, così come un
treno che deve stare sui binari ed essere guidato da
loro per poter correre libero. Un
treno che corre fuori dai binari non è libero, è un disastro.
Nei prossimi 3 minuti i giudei ribattono di non essere mai stati schiavi.