#188 - La verità che libera - Giovanni 8:30-32

Quando ascoltano ciò che era stato appena detto da Gesù, molti giudei credono in lui, e si rivolge a loro così: “Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli. (Giovanni 8:31). Capiamoci bene: non sei salvato perché perseveri nella parola di Gesù, però dimori nella sua parola perché sei già stato salvato. Ed è questo che differenzia un vero discepolo da qualcuno che professa di essere cristiano soltanto a parole.


Inoltre, aggiunge: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi. (Giovanni 8:32). Ma come si può essere liberi ponendosi sotto la signoria di Cristo e consegnandogli la guida della propria vita? La libertà non è forse poter avere il libero arbitrio di fare ciò che si vuole, essendo i padroni di noi stessi?


No, affatto, innanzitutto perché è falsa l’idea che qualcuno possa avere il libero arbitrio. Nessuno fa le proprie scelte di libera e spontanea volontà. Adamo sì che ha potuto decidere come agire, noi no. Dalla caduta dell’uomo le nostre scelte sono state dettate dal peccato che c’è in noi. Ecco il motivo per cui Gesù afferma che “chi commette il peccato è schiavo del peccato.” (Giovanni 8:34). Quando pecchi, sei sotto la direzione della tua vecchia natura. Quando credi in Gesù, sei libero.


Tuttavia non sempre il cristiano godrà di questa libertà. Leggendo la lettera ai Romani, vedrai che esiste una progressione. I primi capitoli ci mostrano che nessuno cerca Dio poiché siamo naturalmente peccatori. Pertanto non abbiamo il libero arbitrio di scegliere tra il bene e il male: siamo già nati “preconfiguratiper scegliere il male. Poi, nel capitolo 7, ci sarà rivelato che nella carne, cioè nella nostra natura, non abita alcun bene.


Solo dopo aver ricevuto la nuova vita, attraverso la nuova nascita, inizierai a desiderare il bene, eppure troverai ancora nella tua carne la tendenza a fare il male. Scoprirai di essere un uomo nuovo ma legato al corpo del vecchio uomo. A questo punto l’anima capirà che la sua liberazione è fuori da se stessa, in Gesù, e non nel tentativo di domare la carne tramite i precetti della legge dati a Mosè, e griderà:


O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Io stesso dunque con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato.” (Romani 7:24-25).


Ed è solamente nel capitolo 8 della lettera ai Romani che Paolo ci spiega come liberarsi dalla legge del peccato e della morte. Quando il cristiano vive nello spirito di Romani 8, ha una vita libera e in comunione con Dio. Quando si ritrova ancora nel capitolo 7, cioè cercando di far obbedire la sua carne alla legge di Dio, vivrà frustrato o addirittura si trasformerà in un ipocrita.


Se siamo in Cristo, siamo veramente liberi e guidati dalla sua parola, applicata dallo Spirito Santo in noi, così come un treno che deve stare sui binari ed essere guidato da loro per poter correre libero. Un treno che corre fuori dai binari non è libero, è un disastro.


Nei prossimi 3 minuti i giudei ribattono di non essere mai stati schiavi.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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