Il fuggire da Gesù è una reazione naturale di qualsiasi peccatore. È stato così nel giardino di Eden dopo che Adamo ha peccato; e lo stesso succede a me e a te. Siamo come scarafaggi, ragni e scorpioni nascosti sotto una pietra. Quando la si alza e la luce del sole svela il nostro nascondiglio, non ci resta altro che andare di corsa a rintanarci sotto un’altra pietra, al riparo dalla luce.
Scappiamo dalla luce perché essa ci denuncia, rivelando la nostra posizione e condizione. La nostra posizione per natura è di separazione, ribellione e inimicizia contro Dio. La nostra condizione è di peccatori, trasgressori delle leggi divine e degni di condanna. In una tale situazione, che altro dovremmo fare se non correre via?
Così com’è accaduto ai farisei in questo capitolo, la presenza di Gesù non solo rende nota la nostra posizione e condizione, però mette in luce anche la nostra ipocrisia e pretesa di essere in grado di mascherare il nostro stato. È in questo momento che la religione, le buone opere e l’autoaffermazione sono usate per imbiancare questi sepolcri pieni d’iniquità che siamo noi.
Gesù afferma: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.” (Giovanni 8:12). Seguendo Gesù ci esponiamo alla luce e lasciamo che essa manifesti ogni nostra immondizia. Ma il fatto di far affiorare tutta questa nostra sporcizia, inquietando le nostre coscienze, non basterà per garantirci la salvezza. I farisei che volevano lapidare l’adultera, avevano le coscienze turbate, tuttavia ciò è servito soltanto per separarli ancor di più da Gesù.
Il rimorso generato da una coscienza colpevole non necessariamente ci avvicinerà a Dio. Caino ha dimostrato questo medesimo tipo di rimorso quando ha confessato il suo peccato a Dio, dichiarando: “Il mio castigo è troppo grande perché io lo possa sopportare. Ecco, tu mi scacci oggi dalla faccia di questo suolo e sarò nascosto dalla tua faccia; e sarò vagabondo e fuggiasco per la terra, e avverrà che chiunque mi troverà mi ucciderà.” (Genesi 4:13-14).
Non si era pentito per quello che aveva fatto e perfino si credeva capace di poter decidere lui stesso quale sarebbe stata la sua pena. Dio non aveva mai detto che il suo castigo sarebbe stato più grande di quanto potesse sopportare, né lo aveva espulso da quella terra. Sembrerebbe inoltre molto conveniente per Caino poter dire ora “mi dovrò nascondere lontano da te”, no? Infatti, questo è il desiderio naturale di ogni essere umano: il voler vivere distante da Dio.
Per identico motivo quei farisei si allontanano da Gesù. Vogliono che il contenuto del loro cuore non sia rivelato, dopo essere stati messi sottosopra dalla presenza della luce. E tu, cosa fai quando sei di fronte a Gesù? Resti o fuggi? Nella lettera agli Efesini leggiamo che “tutte le cose, quando sono esposte alla luce, divengono manifeste, poiché tutto ciò che è manifestato, è luce. Perciò la Scrittura dice: Risvegliati, o tu che dormi, risorgi dai morti, e Cristo risplenderà su di te.” (Efesini 5:13-14).
Nei prossimi 3 minuti Gesù continuerà ad insegnare in una delle stanze del tempio, la quale ha un nome molto significativo per lezioni così preziose: il luogo del tesoro.