Questi versetti ci mostrano chiaramente l’abisso tra Gesù e i giudei. Nulla di ciò che
gli dice sembra penetrare nelle loro menti. La
loro incredulità li rende impermeabili alla verità. Gesù
però afferma che un giorno l’avrebbero capito, anche se non credendoci
comunque.
Dichiarandogli che sarà innalzato, Gesù predice la
sua morte sulla croce. Già
prima, nel capitolo 3 di questo vangelo, aveva usato la medesima espressione, paragonandosi al
serpente di bronzo che Mosè aveva innalzato nel
deserto. Ora va oltre e gli rivela: “Quando
avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono”
(Giovanni 8:28).
In alcune traduzioni
si potrà trovare “conoscerete chi Io
Sono”, ma il modo giusto è proprio “che Io
Sono”, perché qua Gesù adopera di nuovo
le stesse parole che aveva utilizzato precedentemente nel versetto 24,
usate anche da Geova nell’Antico
Testamento nel manifestarsi a Mosè. Nel
momento in cui Gesù gli dice “conoscerete”, scarica su di
loro la responsabilità di aver conosciuto la verità e di averla deliberatamente scartata.
Quei giudei avrebbero assistito ancora a molti altri miracoli, perfino alla risurrezione
di morti, com’è successo a Lazzaro. Inoltre, quando Gesù fosse innalzato, avrebbero
visto il giorno trasformarsi in notte, la terra tremando e le rocce spezzandosi. Il
velo del tempio si sarebbe squarciato in due, i sepolcri
si sarebbero aperti e molti corpi di santi
morti sarebbero riportati in vita, entrando a Gerusalemme con lo stupore
di molti. (Matteo 27:51-53).
Infine, i giudei avrebbero pure constatato che la
tomba di Gesù sarebbe rimasta vuota e che
più di cinquecento testimoni avrebbero affermato di averlo incontrato
già risorto. Eppure, purtroppo, continuerebbero a essere nemici della
verità. Nel suo capitolo 6, la lettera agli Ebrei
ci parla di questo tipo di esseri umani:
“Quelli
infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il
dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito
Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è impossibile riportarli un'altra
volta al ravvedimento, poiché per
conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia.”
(Ebrei 6:4-6).
In
questo passaggio vengono indicati chi sono gli apostati, cioè coloro
che partecipano
alla verità, la conoscono e la gustano, tuttavia non credono in Gesù. E
costoro non rappresentano quei credenti che talvolta magari verranno a
inciampare nella
loro vita, però persone che sono decadute da questa posizione di
grande privilegio. Persone che pur avendo a disposizione tutte le evidenze
per credere in Cristo, non lo fanno.
Conosco
un europeo che si è autodefinito “postcristiano”. Ciò significa che alcuni avrebbero già superato questa “fase cristiana”, almeno così dicono. Se anche
tu sei cresciuto all’ombra del cristianesimo e ti senti
talmente evoluto da aver appunto oltrepassato questa
“fase”, ti suggerisco di tornare indietro. C’è più speranza di salvezza
per un aborigeno analfabeta sperduto nelle foreste della Nuova Zelanda che
per un occidentale illustre e istruito che ha conosciuto il vangelo, ma poi gli ha voltato le spalle.
Nei prossimi 3 minuti Gesù ci parlerà della verità che ci fa liberi.