#187 - Innalzato - Giovanni 8:26-29

Questi versetti ci mostrano chiaramente l’abisso tra Gesù e i giudei. Nulla di ciò che gli dice sembra penetrare nelle loro menti. La loro incredulità li rende impermeabili alla verità. Gesù però afferma che un giorno l’avrebbero capito, anche se non credendoci comunque.


Dichiarandogli che sarà innalzato, Gesù predice la sua morte sulla croce. Già prima, nel capitolo 3 di questo vangelo, aveva usato la medesima espressione, paragonandosi al serpente di bronzo che Mosè aveva innalzato nel deserto. Ora va oltre e gli rivela: “Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono (Giovanni 8:28).


In alcune traduzioni si potrà trovare “conoscerete chi Io Sono”, ma il modo giusto è proprio “che Io Sono”, perché qua Gesù adopera di nuovo le stesse parole che aveva utilizzato precedentemente nel versetto 24, usate anche da Geova nell’Antico Testamento nel manifestarsi a Mosè. Nel momento in cui Gesù gli dice “conoscerete”, scarica su di loro la responsabilità di aver conosciuto la verità e di averla deliberatamente scartata.


Quei giudei avrebbero assistito ancora a molti altri miracoli, perfino alla risurrezione di morti, com’è successo a Lazzaro. Inoltre, quando Gesù fosse innalzato, avrebbero visto il giorno trasformarsi in notte, la terra tremando e le rocce spezzandosi. Il velo del tempio si sarebbe squarciato in due, i sepolcri si sarebbero aperti e molti corpi di santi morti sarebbero riportati in vita, entrando a Gerusalemme con lo stupore di molti. (Matteo 27:51-53).


Infine, i giudei avrebbero pure constatato che la tomba di Gesù sarebbe rimasta vuota e che più di cinquecento testimoni avrebbero affermato di averlo incontrato già risorto. Eppure, purtroppo, continuerebbero a essere nemici della verità. Nel suo capitolo 6, la lettera agli Ebrei ci parla di questo tipo di esseri umani:


Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se cadono, è impossibile riportarli un'altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. (Ebrei 6:4-6).


In questo passaggio vengono indicati chi sono gli apostati, cioè coloro che partecipano alla verità, la conoscono e la gustano, tuttavia non credono in Gesù. E costoro non rappresentano quei credenti che talvolta magari verranno a inciampare nella loro vita, però persone che sono decadute da questa posizione di grande privilegio. Persone che pur avendo a disposizione tutte le evidenze per credere in Cristo, non lo fanno.


Conosco un europeo che si è autodefinito “postcristiano”. Ciò significa che alcuni avrebbero già superato questa “fase cristiana”, almeno così dicono. Se anche tu sei cresciuto all’ombra del cristianesimo e ti senti talmente evoluto da aver appunto oltrepassato questa fase, ti suggerisco di tornare indietro. C’è più speranza di salvezza per un aborigeno analfabeta sperduto nelle foreste della Nuova Zelanda che per un occidentale illustre e istruito che ha conosciuto il vangelo, ma poi gli ha voltato le spalle.


Nei prossimi 3 minuti Gesù ci parlerà della verità che ci fa liberi.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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