Per
secoli i giudei avevano aspettato l’arrivo del Messia, colui che era stato promesso da Dio
per mezzo dei profeti. E tutti i testi dell’Antico
Testamento accennavano a lui, sia in forma esplicita sia figuratamente. Adesso
finalmente il Messia è proprio lì, davanti a
loro.
Purtroppo non lo riconoscono; e peggio ancora,
sono determinati a ucciderlo. Eh sì, Gesù lo sa bene che riusciranno a realizzare il
loro obiettivo. Per questo
ora discorre sulla sua futura assenza,
quando quei medesimi giudei lo cercheranno e non lo troveranno, perché là dove va lui,
loro non possono venire, gli è impossibile.
I giudei hanno subito pensato che Gesù volesse suicidarsi, però qui
si tratta del suo sacrificio, così come della
sua risurrezione e ascensione al cielo, il suo luogo d’origine. Se ti sei mai sentito frustrato nel vedere una persona che se ne va
per sempre, senza che
tu abbia avuto l’opportunità di risolvere qualche contrasto tra di voi, capirai quello che sta succedendo qua.
Gesù gli
mostra che il loro rifiuto suggellerà
definitivamente il destino di ognuno di
loro. Lui sarebbe tornato in cielo e loro
sarebbero rimasti in questo mondo finché non fossero morti e poi
condannati allo stagno di fuoco. Ma allora cosa dovrebbero fare
esattamente
per poter evitare tale fine? Il versetto 24 è ben chiaro: “Se infatti non credete che Io
Sono, morirete nei vostri peccati.” (Giovanni
8:24).
L’espressione “Io
Sono” è stata usata da Dio nel momento in cui
si è rivelato a Mosè. Quest’ultimo gli ha chiesto
chi gli stesse parlando, e la risposta di Dio, in Esodo 3:14, è stata: “Io
Sono colui che Sono.”. E dopo ha aggiunto: “Dirai così ai figli d’Israele: L’Io
Sono mi ha
mandato da voi.”. In questo modo l’“Io
Sono” svelava l’essenza di Dio, colui che esiste in se stesso, indipendente dalle cose create. Gesù è l’“Io
Sono colui che Sono”, è Dio, quindi anche
tu dovresti crederci.
Un altro dettaglio
importante in questo passaggio del Vangelo
di Giovanni è la differenza tra ciò che Gesù afferma nei versetti 21 e
24, diversità che troverai
solo nelle migliori traduzioni della Bibbia.
Prima dice ai giudei: “morirete nel vostro peccato”, al singolare; e in seguito: “morirete nei vostri peccati”, al plurale.
Ogni
volta che nella Bibbia troviamo la parola “peccato”, al singolare,
si allude alla nostra natura peccaminosa, quella che abbiamo ereditato da Adamo.
Quando invece tale termine appare al plurale, cioè “peccati”, riguarda i frutti di questa
natura, ossia le nostre azioni compiute indipendentemente dalla volontà di Dio. Purtroppo non esiste una soluzione
per chi lascia questa vita da colpevole,
tanto a causa della sua
natura, ovvero dal “peccato”, quanto per
via dei suoi atti ribelli, dai “peccati”.
Il
destino di quei giudei è stato segnato dal non credere in Gesù come l'“Io
Sono”, Dio stesso, colui che ha in sé l’esistenza. Gesù
si assenterebbe da loro, e così sarebbero rimasti
eternamente assenti da lui. E tu,
qual è il tuo destino?
Nei prossimi 3 minuti Gesù
si riferirà al giorno in cui sarebbe stato innalzato da quegli stessi giudei che nel
momento presente gli parlavano.