#182 - Assumendo la tua fede - Giovanni 7:40-53

Le persone reagiscono in modo diverso riguardo a Gesù. In questo capitolo alcuni affermano che lui sia il Profeta. Forse si saranno ricordati delle parole di Mosè, ripetute poi dall’apostolo Pietro: “Il Signore Dio vostro susciterà per voi un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; ascoltatelo in tutte le cose che egli vi dirà.” (Atti 3:22).


Altri credono che sia il Cristo, il Messia promesso, che libererà il popolo dai suoi nemici. Ma c’è chi non è d’accordo, menzionando che il Cristo sarebbe dovuto nascere a Betlemme di Giudea, non in Galilea, e avrebbe anche dovuto essere discendente del re Davide. Purtroppo ignorano che Gesù sia effettivamente nato a Betlemme e che Maria, sua madre, sia della stirpe del re Davide.


Le guardie che avrebbero dovuto arrestarlo, non osano farlo. “Nessun uomo ha mai parlato come costui (Giovanni 7:46), è la giustificazione che danno ai sacerdoti e ai farisei che li avevano mandati.


E quale sarebbe la tua posizione riguardo a Gesù? Lo consideri un mero profeta, o riconosci che è il Verbo di Dio stesso incarnato? Sarà per te soltanto un liberatore politico, o credi veramente che sia morto per liberarti dal peccato e dalla morte? Spero proprio che tu non sia uno di quelli che desidererebbero vederlo imprigionato affinché smettesse di disturbare la tua coscienza; oppure uno di quelli che vorrebbe prendere le distanze da lui per paura dei danni che questa vicinanza a Gesù potrebbe recare alla tua reputazione, intimorito da ciò che la gente potrebbe pensare di te.


In un altro passaggio Gesù ci avverte: “Perché chi si vergognerà di me e delle mie parole, in mezzo a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo, con i santi angeli. (Marco 8:38). L’atto di credere in Gesù nel tuo cuore, e di confessare pubblicamente la tua fede, è ciò che farà tutta la differenza per te nell’eternità.


Nel versetto 50 troviamo un uomo che più di tutti avrebbe potuto vergognarsi di stare con Gesù. È Nicodemo, il quale un po’ prima, nel capitolo 3, lo aveva incontrato di notte, timoroso di farsi vedere in sua compagnia. Era un uomo ricco e influente, e nella sua posizione di membro del Sinedrio, il potere legislativo e giudiziario dell’epoca, aveva parecchio da perdere. E molto più di te o di me. Eppure ora difenderà Gesù davanti alle autorità, mentre dichiara: “La nostra legge condanna forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che egli ha fatto? (Giovanni 7:51).


Infatti, per questo motivo, i suoi colleghi lo trattano con disprezzo. E alla fine del Vangelo di Giovanni, nel capitolo 19, lo ritroveremo ancora, giacché aiuterà Giuseppe d’Arimatea a togliere il corpo di Gesù dalla croce e a prepararlo per la sepoltura. Sì, nemmeno gli apostoli hanno avuto il coraggio di farlo. Molte persone che parlano della loro propria fede con disinvoltura quando tutto va bene, semplicemente scompaiono al minimo segno di pericolo, poiché temono di perdere quel che possiedono. E quelle che sembrano essere le meno probabili, sono coloro che più riflettono la luce di Gesù nell’oscura notte dell’avversità.


Il nostro capitolo termina così: “E ciascuno se ne tornò a casa sua. (Giovanni 7:53). Beh, tranne Gesù, dato che nei prossimi 3 minuti se ne andrà al monte degli Ulivi, dove passerà tutta la notte all’aperto.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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