A
quanto pare gli stessi farisei che poco
prima volevano lapidare la donna adultera, adesso tornano ad affrontare Gesù.
Si riavvicinano per metterlo a
confronto con le sue proprie parole, pronunciate nel capitolo 5,
quando aveva così dichiarato: “Se io rendo testimonianza di
me stesso, la mia testimonianza non è
vera.”
(Giovanni 5:31).
Tale riscontro avviene nel luogo del tesoro, una delle stanze del tempio in cui venivano
portate le offerte a Dio; quei farisei invece erano lì per
portare soltanto delle accuse contro il Figlio di Dio. In risposta,
Gesù innanzitutto gli rivela di essere la luce del mondo. Subito dopo
gli dice: “Chi
mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.” (Giovanni 8:12).
Ma non solo questo.
La Legge richiedeva che una testimonianza dovesse essere resa da due o più persone,
affinché fosse valida. Gesù gli spiegherà allora perché la sua testimonianza sia
vera, seppure apparentemente sembrasse essere
data da una sola persona: lui stesso.
La
prima ragione presentata loro è il fatto di essere onnisciente. Sa da dove è venuto e dove andrà, cose queste che i suoi accusatori ignoravano
completamente. E c’è anche qualcosa di sottile in questa
sua affermazione, poiché se è venuto al mondo, ciò ci indica la
sua preesistenza, la quale nessun altro uomo può avere.
Quando si riconosce che Gesù non è soltanto
nato in un corpo di
carne e ossa, però che è venuto in
carne, si riconoscerà la
sua divinità.
Poi continua mostrando ai farisei che non hanno l’autorità morale
per sottoporlo a giudizio, giacché giudicano secondo la
carne, cioè in base agli interessi e ai desideri dell’uomo naturale. Non è stato forse quello che è accaduto
quando la donna adultera è stata accusata?
Hanno deliberatamente escluso l’uomo adultero dall’accusa di adulterio.
Sappiamo bene che dovrebbero esserci due persone affinché simile atto
fosse consumato ed esistesse il
flagrante che i farisei sostenevano essersi verificato,
vero?
Gesù prosegue rivelandogli che la
sua testimonianza è corroborata dal Padre suo, il quale lo aveva
mandato; quindi non è più esclusivamente la testimonianza di un’unica persona, ma di due persone della divinità. E non erano
solamente i suoi miracoli che dimostravano che Gesù fosse il Messia promesso, però anche la voce del
Padre venuta dal cielo, in occasione del
suo battesimo pubblico, lo aveva già attestato. Purtroppo i farisei non
accettano neppure la testimonianza del
Padre in quanto non lo conoscono. Proprio così, non conoscono il
Padre perché non conoscono Gesù, il Figlio di Dio: “Se conosceste
me, conoscereste anche il Padre mio.” (Giovanni 8:19).
Quello che Gesù afferma qui
vale pure per te: è impossibile che qualcuno
conosca il Padre senza aver conosciuto Gesù, il Figlio. Nel
primo capitolo del Vangelo di Giovanni
si può comprendere chiaramente che non basta appartenere alla specie umana
per essere figli di Dio e poterlo chiamare
Padre. Solo quelli che
credono nel Figlio di Dio possono essere chiamati figli di Dio. L’essere
figli di Dio è un privilegio riservato unicamente a coloro che hanno
già conosciuto Gesù come Signore e Salvatore.
Siccome non
era ancora giunta la sua
ora, i giudei per il
momento non riescono ad arrestarlo. Nei prossimi 3 minuti Gesù ci parlerà di questa
sua ora che senz'altro verrà.