Nel capitolo 10 del Vangelo di Giovanni incontriamo Gesù come il “buon Pastore”.
La profezia che ci parla di questo carattere del Pastore la troviamo nel
Salmo 22, dove lo si vede morire sulla croce
per le sue pecore. Per capire meglio quello che ti dirò in seguito, ti suggerisco di leggere
integralmente il Salmo 22.
Tale
Salmo inizia con un grido disperato: “Dio mio, Dio mio, perché
mi hai abbandonato?” (Salmo
22:1). Chi sarà mai costui che è stato abbandonato da Dio, qui descritto come qualcuno di cui tutti
si fanno beffe, che soffre il dolore e la
sete tra i malfattori mentre ha le mani e i piedi trafitti e le proprie vesti tirate a
sorte? E confronta pure questo
Salmo con la descrizione della crocifissione nei vangeli e otterrai una visione più ampia di Gesù essendo crocifisso.
Mille anni dopo la stesura del
Salmo 22, Gesù ha lanciato lo stesso grido di disperazione e abbandono su una croce.
Durante tre ore è stato il bersaglio di tutta l’indignazione dell’essere umano a
causa del suo unico crimine: l’essere perfetto. Poiché
non potevano sopportare di convivere con qualcuno senza peccato, gli
uomini l’avevano abbandonato lì, appeso al legno.
Poi, però, “colui che non ha conosciuto peccato, Dio lo ha fatto diventare peccato
per noi” (2 Corinzi 5:21), e il mondo è stato avvolto dalle tenebre.
Durante queste altre tre ore seguenti Gesù, portando i nostri peccati
sul suo corpo, è stato
allora il bersaglio di tutta l’indignazione di Dio. Dopo esser stato
abbandonato dalle sue creature nelle prime tre ore, adesso tocca a Dio
abbandonarlo, proprio perché, al contrario degli
uomini, non può sopportare di avere una relazione con qualcuno carico
di peccati.
D’altronde nel
Salmo 22 il “Crocifisso” ci ricorda che Israele non è mai stato abbandonato da Dio. Questo
vale anche per qualsiasi persona. Dio ci dice: “Io non
mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio
si converta dalla sua
via e viva” (Ezechiele 33:11). Nessun essere umano,
per quanto empio, sarà abbandonato da Dio.
Fino al suo ultimo respiro Dio sarà al suo fianco,
sempre aspettando che si converta dal suo peccato.
Ne è
prova il bandito pentito che era stato crocifisso accanto a Gesù.
Prima di morire ha ascoltato parole di vita
eterna che gli assicuravano l’entrata immediata in
paradiso. Tuttavia, in quella medesima scena, Gesù stesso è stato
abbandonato da Dio. L’ingiusto ladro poteva essere ricevuto da Dio
soltanto se il giusto Gesù morisse abbandonato. Nel libro
delle Lamentazioni il profeta Geremia esprime i sentimenti del Messia con queste parole:
“Io
sono l’uomo che ha visto l’afflizione sotto la
verga del suo furore. Egli mi ha guidato e
mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce. Sì, contro di
me egli ha volto ripetutamente la sua mano tutto il giorno... Anche
quando grido e chiedo aiuto a gran voce, egli rifiuta di ascoltare la mia preghiera.” (Lamentazioni 3:1-8).
Oggi
sappiamo che Gesù non è rimasto morto, ma è stato risuscitato. E nello stesso
Salmo 22 lui chiama “fratelli” tutti coloro che
sono stati salvati da lui, promettendo di stare in mezzo alla congregazione dei suoi “fratelli” lodando Dio insieme a
loro. Nei prossimi 3 minuti incontreremo il “grande Pastore” nel
Salmo 23, ora risorto e prendendosi
cura delle sue pecore.
Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)