Il capitolo 10
si apre con l’espressione “in verità, in verità vi dico”
per
enfatizzare ciò che verrebbe in seguito. Il contesto, specialmente dal versetto 19 in poi, ci
mostra che Gesù lo dichiara agli stessi
farisei che nel capitolo precedente avevano creato tutta quella polemica
sulla guarigione del cieco
nato.
I farisei pensavano di essere i veri pastori del popolo, però qui Gesù gli spiega che
erano ben lontani dall’avere gli attributi necessari per esserlo. I tre punti importanti di questo capitolo
sono: Gesù entra dalla porta; Gesù è la
porta; e Gesù è il Pastore delle pecore.
Chi
entra dalla porta è colui che si sottomette alle condizioni stabilite dal padrone di
casa. Gesù si è presentato in totale sottomissione al
Padre, adempiendo ogni passo che
era stato predeterminato al Messia promesso. Non ha sfondato la
porta come l’avrebbe fatto un ladro o un leader rivoluzionario. No, non è venuto
per rubare, uccidere o distruggere. Gesù è l’umile
Servo di Filippesi 2:
“Cristo Gesù... il quale, pur essendo in
forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo
forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente
fino alla morte, e alla morte di croce.” (Filippesi 2:5-8).
Forse ti ricorderai cosa è accaduto al battesimo di Gesù. Mentre i giudei erano battezzati
da Giovanni Battista per il ravvedimento,
anche Gesù, il quale non aveva nessun peccato di cui pentirsi, ha voluto
essere battezzato. Oltre a compiere il cammino già stabilito
per il Messia, ha potuto così identificarsi con coloro che erano battezzati.
“Ma
Giovanni gli si opponeva fortemente dicendo: ‘Io ho bisogno di essere battezzato da
te e tu vieni da
me?’ E Gesù, rispondendo, gli disse: ‘Lascia fare per
ora, perché così ci conviene adempiere ogni giustizia.’ Allora egli lo lasciò fare.”
(Matteo 3:14-15).
Non dimenticarti che nei vangeli vediamo Gesù nella
sua relazione con Israele. La Chiesa
verrebbe ad esistere soltanto nel capitolo 2 del libro degli Atti;
quindi, il suo gregge qua è Israele, e non la Chiesa. Eppure possiamo
anche applicare tutto ciò a quelli che oggi credono in
Cristo. E lo stesso si può dire dei diversi aspetti che Gesù assume come Pastore.
In questo capitolo Gesù è il “buon Pastore”, il quale dà la
sua vita per le pecore. In Ebrei 13:20 lui è il “grande Pastore”, che è stato risuscitato ed ha compiuto l’opera di redenzione delle sue pecore. Nella
prima epistola di Pietro 5, versetto 4, è il “supremo Pastore”, che ritornerà affinché le sue pecore ricevano la corona incorruttibile di gloria.
Ti
piacerebbe esaminare questa stessa sequenza nei Salmi? Allora dovresti
leggere i
Salmi 22, 23 e 24 (nelle edizioni cattoliche della Bibbia la
numerazione sarebbe 21, 22 e 23). In questi tre Salmi Gesù appare come
il “buon Pastore”, il “grande Pastore” e il “supremo
Pastore”, cioè colui che è morto, vive e tornerà.
Nei prossimi 3 minuti faremo un
giro tra tali Salmi per seguire questa traiettoria del Pastore.