Osservate bene il versetto 22 di questo capitolo 10: “Si
celebrava allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione, ed
era inverno.”.
Una scena invernale ben si addice a descrivere la freddezza con cui il Messia viene di continuo trattato dal suo proprio popolo.
Un po’ più avanti, nel capitolo 13 di questo stesso vangelo, troviamo Gesù che dà a
Giuda un boccone di pane intinto nel vino,
prima ancora dell’ultima cena con i suoi apostoli. Lì c’è scritto: “Egli
(Giuda) dunque, preso il boccone, uscì subito; ed
era notte.” (Giovanni 13:30). È
inverno quando i giudei rifiutano il
loro Messia; sarà notte quando lo consegneranno alla
morte.
Loro allora
lo interrogano un’altra volta nel Tempio di Gerusalemme: “‘Se
tu sei il Cristo, diccelo
apertamente’. Gesù rispose loro: ‘Ve l'ho detto, e non lo credete; le opere che faccio nel
nome del Padre mio,
sono quelle che testimoniano di me; ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore’.”
(Giovanni 10:24-26).
Così, il
vero Pastore continua a spiegargli: “‘Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le
conosco, ed esse
mi seguono; e io do loro la vita
eterna e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia
mano. Il Padre mio che
me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla
mano del Padre. Io e il
Padre siamo uno.’ I Giudei presero di nuovo delle pietre
per lapidarlo.” (Giovanni 10:27-31).
E
guarda solo quante precisazioni ci
sono in queste sue parole: le pecore sanno discernere la voce del Pastore; lui le conosce a una a una; ricevono da lui la vita
eterna; non periranno mai; nessuno le può togliere dalle mani di Gesù che le ha ricevute dal
Padre; nessuno le può strappare dalle mani del
Padre; infine, Gesù e il Padre
sono uno.
Qui ci è stato chiaramente detto che riceviamo la vita
eterna da Gesù, perché non ce l’abbiamo da noi stessi. E non
si tratta soltanto di una vita che non finisce; essendo
eterna, è anche una vita che non ha inizio. È la vita di Gesù, il Figlio
eterno di Dio. Questa è la garanzia
interiore: credendo in Gesù riceviamo in noi una vita che non perderemo
mai più, altrimenti non sarebbe
eterna.
In seguito c’è pure la doppia garanzia contro le minacce esterne: nessuno può rapire
una pecora né dalle mani di Gesù, né dalle mani del Padre. È stato il
Padre che le ha date al Figlio, perciò nessuna di
esse andrà perduta. “Chi ha il Figlio ha la vita;
chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.”
(1 Giovanni 5:12).
Le pecore che il lupo può rapire
sono solamente quelle che non hanno Gesù come
loro Pastore. Per questo ci avverte: “Il mercenario, che non è pastore e a cui non appartengono le
pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge; e il lupo rapisce e disperde le pecore.”
(Giovanni 10:12).
Nei prossimi 3 minuti Gesù non guarirà un malato, anzi aspetterà che tale persona muoia
per poi andare a trovarla.