#213 - Povero giudeo, povero incredulo - Giovanni 11:45-48

Quattro giorni prima della scena presso il sepolcro di Lazzaro, che abbiamo appena visto, i discepoli di Gesù lo consigliavano a non tornare in Giudea, proprio per timore che fosse lapidato. In quell’occasione aveva risposto loro già rivelandogli che Lazzaro era ormai morto, ma che sarebbe andato lì per risuscitarlo.


In più ha aggiunto che era grato di non essere stato presente quando Lazzaro si era ammalato, poiché avrebbe potuto guarirlo. Lasciando che la morte portasse via per un po’ il suo amico, Gesù dava ai discepoli l’opportunità di credere in lui, non solo come il Messia d’Israele, però come Dio stesso incarnato, il Signore della risurrezione e della vita.


Hai notato che il testo menziona Tommaso subito dopo questa breve lezione sul credere? Costui è ben noto per la sua incredulità, tuttavia il versetto 16 gli dà un voto di fiducia, perché dice: “Andiamo anche noi a morire con lui.” Tommaso amava il Signore al punto da essere disposto anche a morire con lui, e lo Spirito Santo si è premurato di registrarlo nelle sacre pagine.


Gesù conosce tutte le nostre debolezze ma non manca di riconoscere che lo amiamo. Non cerca superuomini e superdonne, soltanto esseri umani come te e me, con difetti, dubbi e paure. Eppure “l'amore perfetto caccia via la paura. (1 Giovanni 4:18). Viviamo senza timori quando comprendiamo quanto Dio ci ami. E quanto ci ama Dio?


La risposta è semplice: la misura dell’amore di qualcuno è il valore di ciò che questa persona è disposta a dare come prova di questo amore. “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio (Giovanni 3:16). Tale è la grandezza dell’amore di Dio per te e per me. Se per caso hai un figlio, sicuramente preferiresti morire piuttosto che metterlo a morte, vero? “Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. (Romani 5:8).


La risurrezione di Lazzaro sarà l’innesco degli eventi che culmineranno nell’arresto e nella morte di Gesù. Alcuni di coloro che avevano constatato di persona la sua risurrezione dai morti, compiuta da Gesù, credono in lui e decidono di seguirlo. Altri invece sembrano semplicemente divertirsi ad aggiungere benzina sul fuoco, non interessati a godersi la sua compagnia. E sono appunto questi che corrono a dirlo ai giudei religiosi.


I capi dei sacerdoti e i farisei, quindi, riunirono il sinedrio e dicevano: ‘Che facciamo? Perché quest'uomo fa molti segni miracolosi. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui; e i Romani verranno e ci distruggeranno come città e come nazione’. (Giovanni 11:47-48).


Poveri giudei! Temono di perdere quello che i romani gli hanno già portato via molto tempo fa. Qui Israele è una nazione invasa e tributaria dell’invasore romano. Povero incredulo! Teme di perdere quello che Satana gli ha già portato via molto tempo fa. Esattamente come i giudei di allora, ogni essere umano è una nazione invasa e tributaria dell’invasore della sua mente e della sua volontà: il diavolo.


Nei prossimi 3 minuti Dio userà Caiafa per annunciare che un uomo deve morire per la nazione d’Israele.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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