#214 - Due obiettivi - Giovanni 11:49-57

Una delle chiavi per comprendere la Bibbia è il capitolo 9 della Genesi. Dopo aver giudicato la malvagità umana, Dio stabilisce nuove regole per i sopravvissuti al diluvio, cioè per Noè e la sua famiglia. Il fondamento del nuovo inizio sta nel sacrificio che Noè compie su un altare, alla fine del capitolo 8, una figura di Cristo che muore per garantire la sopravvivenza dell’uomo.


Questo è anche prefigurato nel permesso che Dio dà a Noè e ai suoi discendenti di nutrirsi della morte degli animali. Prima di allora gli esseri umani erano vegetariani e gli animali non scappavano dalla loro presenza. Ma fin da quel momento Dio incuterà negli animali il timore verso gli uomini (Genesi 9:2).


Inoltre, lì Dio ha pure stabilito il governo umano, delegando all’uomo il potere di vita e di morte sui suoi simili. Così, da quell’ora in poi, chiunque spargesse il sangue di qualcuno, potrebbe avere il suo proprio sangue sparso dall’autorità (Genesi 9:6). L’apostolo Paolo ce ne parla nella sua lettera ai Romani:


Non vi è autorità se non da Dio; e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Perciò chi resiste all'autorità, si oppone all'ordine di Dio... Ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male. (Romani 13:1-4).


Osserviamo che l’autorità ha il diritto di impiegare la spada. Il governo e la pena di morte sono due cose che Dio stesso ha istituito e non le ha mai revocate. Tuttavia, quando l’autorità fa la sua propria volontà, dovrà renderne conto, nonostante i suoi atti siano usati da Dio per portare a termine i suoi piani eterni. Questo valeva già per le autorità d’Israele e di Roma, le quali hanno condannato a morte Gesù. Quando Pilato si vanta del proprio potere di liberarlo o di crocifiggerlo, Gesù gli risponde: “Tu non avresti alcuna autorità su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto. (Giovanni 19:11).


Nel nostro capitolo, del Vangelo di Giovanni, i capi dei sacerdoti e i farisei s’inquietano: “Che facciamo? Perché quest'uomo fa molti segni miracolosi. (Giovanni 11:47). È curioso notare come molte persone oggi dubitino dei miracoli che Gesù realizzava, senza però aver mai vissuto in Giudea duemila anni fa. Eppure i nemici contemporanei del Signore presenziavano ai suoi miracoli, riconoscevano che erano genuini e se ne preoccupavano.


In seguito leggiamo che il sommo sacerdote Caiafa profetizza: “Conviene per noi che un sol uomo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione. (Giovanni 11:50). E non lo dice di se stesso, ma Dio ci rivela, per mezzo di lui, che Gesù sarebbe stato ucciso per riunire in un solo corpo tutti i salvati tra giudei e gentili.


Ironicamente, però, è stato appunto perché hanno cercato di sbarazzarsi di Gesù, affinché non perdessero la loro nazione, che i giudei l’hanno persa. E oggigiorno, anche ironicamente, quelli che cercano di sbarazzarsi di Gesù, per paura di perdere la propria vita qui, la perderanno eternamente.


Nei prossimi 3 minuti vedremo la nuova vita manifestata nella comunione, nel servizio e nell’adorazione.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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