#212 - La parola che dà vita - Giovanni 11:37-45

Quattromila anni dopo la caduta di Adamo, che ha portato l’uomo alla morte, Gesù si trova lì fermo davanti al sepolcro di un Lazzaro morto da quattro giorni. Si sa però che per Dio “un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno.” (2 Pietro 3:8).


Perciò ordina che sia rimossa la pietra che blocca l’ingresso della grotta, anche se Marta protesta. Infatti, un cadavere di quattro giorni sicuramente già manderebbe cattivo odore. Gesù qui richiederà da Marta la fede che contempla l’invisibile e rende realtà l’impossibile. Il Signore avrebbe potuto benissimo togliere via tale pietra lui stesso, o addirittura far sì che Lazzaro la attraversasse, ma così non ci sarebbe stato l’atto di credere, che precede quello del vedere. L’esercizio della fede è quel passo di certezza che sfida ogni scetticismo della ragione.


Nei vangeli a volte incontriamo Gesù chiedendo ai discepoli i pochi pani e pesci che avevano con , a volte spalmando del fango sugli occhi del cieco e indicandogli poi di andare a lavarsi in una determinata vasca. Certamente l’opera è di Dio, tuttavia vuole che l’uomo risponda al comando della sua Parola, nonostante sia morto. E affinché questo avvenga, prima dovrà dargli vita, come ha fatto qua con Lazzaro.


Innanzitutto Gesù si rivolge al Padre e afferma: “Padre, ti ringrazio perché mi hai esaudito. (Giovanni 11:41). Ma come mai gli dice “mi hai esaudito”? E quando in precedenza aveva parlato con il Padre? Che cosa gli avrebbe domandato e in che modo il Padre gli avrebbe già risposto? Chiaramente Gesù si riferisce a una preghiera fatta nella comunione segreta tra lui e suo Padre. Sì, ancora prima di ordinare a Lazzaro di uscire vivo dal sepolcro, la richiesta del Figlio era stata accolta. E questa sua preghiera, adesso udibile, era stata pronunciata solo perché i presenti credessero che il Figlio fosse stato inviato dal Padre. Lo spiega Gesù stesso, in seguito alle sue parole di gratitudine: “Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu mi hai mandato. (Giovanni 11:42).


Soltanto dopo griderà ad alta voce: “Lazzaro, vieni fuori!” (Giovanni 11:43). La stessa Parola di Dio che ha portato all’esistenza l’Universo, ora toglie dalla morte un corpo in decomposizione, e dalla tomba lo tira fuori risorto. E ci è ignoto il modo in cui Lazzaro ne esce, giacché sappiamo che aveva le mani e i piedi legati. Sarà allora necessario slegarlo affinché possa camminare; e ancora una volta Gesù lascerà questo compito agli uomini.


La storia si conclude mostrandoci che “molti dei giudei, che erano venuti da Maria e avevano visto tutto quello che Gesù aveva fatto, credettero in lui. (Giovanni 11:45). Peccato che lì ci sia scritto “molti”, e non “tutti”. Oggi ci sono milioni di persone che vivono indifferenti al grido di Gesù: “Vieni fuori!” Sarai tu una di loro?


Cosa ti fa pensare che tu possa aspettare per decidere di dare retta alla voce di Gesù solamente più tardi? Non importa quale sia la tua età, in qualsiasi momento la finestra dell’opportunità che Dio ha stabilito per te potrà chiudersi. Il tuo cuore ha un numero finito di battiti. Quando meno te lo aspetti, si fermerà.


È molto significativo vedere che la vita che Gesù dà a Lazzaro avrà un prezzo: la sua vita stessa. Nei prossimi 3 minuti i giudei trameranno per ucciderlo.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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