#233 - Che cosa fa l’acqua - Giovanni 13:4-11

Il gesto del lavare i piedi era un rituale comune tra i giudei quando rientravano a casa loro, oppure se erano ospiti da qualche parte. Di solito le persone camminavano scalze o con dei semplici sandali su strade sterrate, e i loro piedi si sporcavano parecchio. Infatti, quest’usanza aveva un carattere molto pratico.


Inoltre, questo gesto fatto a un visitatore era anche un modo per dimostrare le buone maniere, sebbene che fra i ricchi tale lavaggio veniva compiuto da uno schiavo, e non dal proprietario stesso della casa. Lavando i piedi ai suoi discepoli, Gesù scende alla posizione di un mero servo e insegna loro una lezione: “come ho fatto io, facciate anche voi (Giovanni 13:15).


L’insegnamento è ovvio, però il significato dell’intero passaggio te lo chiarisco adesso. Innanzitutto, chi sta lavando i piedi dei discepoli? Sì, il medesimo Gesù che è uscito da Dio e che presto ci sarebbe tornato. È sceso da una posizione così elevata la quale nessun uomo potrà mai raggiungere. E non solo è disceso dal cielo, dove promette portare tutti i salvati, ma poi “ascese sopra di tutti i cieli” (Efesini 4:10), il suo luogo d’origine.


L’apostolo Paolo ci spiega la risurrezione e l’ascensione di Gesù in questa maniera: “Ora, questo ‘è salito’ che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti più basse della terra? Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa. (Efesini 4:9-10).


Ti rendi conto della portata di ciò che Gesù ha fatto? Eppure qui vediamo questo Essere, eterno e sublime, che si pone al di sotto dei poveri e mortali discepoli. Molto presto sarebbe disceso ancora più in basso: avrebbe patito il terrore di un’eternità di giudizio infernale, condensata nelle tre ore di tenebre trascorse sulla croce, prima di deporre la propria vita e di scendere nella tomba.


Per comprendere meglio cosa accadrà adesso, ci si deve ricordare che la Parola di Dio è talvolta rappresentata dall’acqua, e lo Spirito Santo dalla figura di un servo. Efesini 5:26 ci parla di purificazione: “lavandola con l'acqua della parola”. I vasi di pietra, nel secondo capitolo del Vangelo di Giovanni, vengono riempiti d’acqua dai servi, essendo dopo trasformata in vino da Gesù. I vasi, l’acqua, i servi e il vino simboleggiano, rispettivamente, le persone, la Parola di Dio, lo Spirito Santo e la vita gioiosa.


Rivolgendosi a Nicodemo, nel capitolo 3 dello stesso vangelo, Gesù gli dice che ha bisogno di nascere di nuovo, “d’acqua e di Spirito”. A quale acqua pensi che si riferisca? Non certo a quella del battesimo, che non ha nessun potere di cambiare una vita; gli parla invece della Parola di Dio, la quale è trasformata in vita, per l’azione dello Spirito, in chi la riceve.


Così come l’acqua ha la capacità di pulire i nostri piedi, anche la Parola di Dio ha un potere purificatore. Magari ora ti troverai un po’ confuso, giacché hai imparato che siamo mondati dal sangue di Gesù, vero?


Nei prossimi 3 minuti capiremo il posto che occupano il sangue e l’acqua nella purificazione del peccatore.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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