Il
gesto del lavare i piedi era un rituale comune tra i giudei
quando rientravano a casa
loro, oppure se erano ospiti da qualche
parte. Di solito le persone camminavano scalze o con dei semplici sandali su strade sterrate, e i
loro piedi si sporcavano parecchio. Infatti, quest’usanza aveva un carattere molto pratico.
Inoltre, questo
gesto fatto a un visitatore era anche un
modo per dimostrare le buone maniere, sebbene che fra i ricchi tale lavaggio veniva compiuto da
uno schiavo, e non dal proprietario stesso della
casa. Lavando i piedi ai suoi discepoli, Gesù scende alla posizione di un
mero servo e insegna
loro una lezione: “come ho fatto io, facciate anche voi”
(Giovanni 13:15).
L’insegnamento è ovvio, però il significato dell’intero passaggio
te lo chiarisco adesso. Innanzitutto,
chi sta lavando i piedi dei discepoli? Sì, il medesimo
Gesù che è uscito da Dio e che presto ci sarebbe tornato. È sceso da una
posizione così elevata la quale nessun uomo potrà mai raggiungere. E
non
solo è disceso dal cielo, dove promette portare tutti i salvati, ma poi “ascese
sopra di tutti i cieli” (Efesini 4:10), il suo luogo d’origine.
L’apostolo Paolo ci spiega la risurrezione e l’ascensione di Gesù in questa maniera:
“Ora, questo ‘è salito’ che cosa vuol dire se non che egli
era anche disceso nelle parti più basse della
terra? Colui che è disceso, è lo stesso che è salito al di
sopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa.”
(Efesini 4:9-10).
Ti rendi
conto della portata di ciò che Gesù ha fatto? Eppure qui vediamo questo Essere,
eterno e sublime, che
si pone al di sotto dei poveri e mortali discepoli. Molto
presto sarebbe disceso ancora più in basso: avrebbe patito il terrore
di un’eternità di giudizio infernale, condensata nelle tre ore di
tenebre trascorse sulla croce,
prima di deporre la propria vita e di scendere nella
tomba.
Per
comprendere meglio cosa accadrà adesso, ci si deve ricordare che la Parola di Dio è talvolta rappresentata dall’acqua, e lo Spirito
Santo dalla figura di un
servo. Efesini 5:26 ci parla di purificazione: “lavandola con l'acqua della parola”.
I vasi di pietra, nel secondo capitolo del Vangelo di Giovanni, vengono
riempiti d’acqua dai servi, essendo dopo trasformata in vino da Gesù. I
vasi, l’acqua, i servi e il vino simboleggiano, rispettivamente, le
persone, la Parola di Dio, lo Spirito
Santo e la vita gioiosa.
Rivolgendosi a Nicodemo, nel capitolo 3 dello stesso vangelo, Gesù gli dice che ha bisogno
di nascere di nuovo, “d’acqua e di Spirito”. A quale acqua pensi che
si riferisca? Non certo a
quella del battesimo, che non ha nessun potere di cambiare una vita; gli
parla invece della Parola di Dio, la quale è trasformata in vita,
per l’azione dello Spirito, in chi la riceve.
Così come l’acqua ha la capacità di pulire i nostri piedi, anche la Parola di Dio ha
un potere purificatore. Magari ora ti troverai un po’ confuso, giacché hai imparato che siamo mondati dal
sangue di Gesù, vero?
Nei prossimi 3 minuti capiremo il
posto che occupano il sangue e l’acqua nella purificazione del peccatore.