#056 - Increduli - Matteo 13:53-58

Gesù ritorna alla sua città, Nazaret, e inizia a insegnare nella sinagoga, il luogo in cui i giudei si riuniscono per leggere le Scritture. Le persone sono impressionate, ma non certo in modo positivo. Invece di riconoscere chi lui sia veramente, ne dubitano.

“Non è questi il figliuol del falegname? Sua madre non si chiama ella Maria, e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Donde dunque vengono a lui tutte queste cose?...Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui.” (Matteo 13:55-56; Giovanni 7:5). L’essere respinto stava diventando un’abitudine per Gesù.

Certamente la loro reazione sarebbe stata diversa se lui fosse stato il figlio di un senatore, o se sua madre fosse stata una nobile di sangue azzurro, o se i suoi fratelli e le sue sorelle fossero già apparsi sulla copertina di qualche famosa rivista. Oppure se lui stesso potesse presentargli un invidiabile curriculum accademico. Invece no, qui c’è solo un uomo comune di una famiglia comune. E se anche la sua famiglia stessa non gli credeva, perché i suoi conterranei avrebbero dovuto credergli?

Così, troviamo qui i seguenti elementi: la gelosia e l’invidia. I farisei lo avevano già respinto prima per questi stessi motivi. Non sorprende, poi, che i suoi conterranei si sentano in inferiorità davanti a qualcuno che riceve acclamazioni popolari in altre città. La seguente favola del serpente e della lucciola ci aiuterà a capirli.

Dopo aver realizzato che stava quasi per essere ingoiata dal serpente, la lucciola si lamenta: “Caro serpente, perché hai intenzione di inghiottirmi se non sono nemmeno commestibile?” E il serpente le risponde: “Perché brilli”.

Questo è il caso qui. Di fronte allo splendore di Gesù, alla sua sapienza e ai miracoli che fa, le persone sono costrette a decidersi e ad assumere una posizione: o lui è il Messia promesso, oppure no. Inoltre, la vera luce era venuta al mondo, e tutti noi sappiamo che ogni volta che si accende una luce, la sporcizia è più evidente. A meno che tu non abbia già creduto in Gesù, e ora lo consideri come essendo il tuo Signore, sarai ugualmente a disagio con la sola citazione del suo nome.

Coloro che hanno vissuto con lui per così tanti anni, decidono di ignorare tutte le evidenze e di considerarlo solo un eccentrico. A Nazaret, Gesù non compie molti miracoli a causa della loro incredulità, e afferma che “un profeta non è sprezzato che nella sua patria e in casa sua” (Matteo 13:57). La sua famiglia dice che lui “è fuori di sé” (Marco 3:21), i suoi amici e i suoi vicini decidono di ignorarlo, e il clero lo odia. E tu, cosa intendi fare con Gesù?

Il governatore romano Ponzio Pilato si è trovato a disagio quando ha dovuto prendere una decisione. Ha chiesto alla folla cosa mai avrebbe dovuto fare con Gesù, giacché non aveva visto in lui nessun male. Allora il popolo ha pronunciato la sua sentenza: “Sia crocifisso!” (Matteo 27:22). E Pilato ha accolto ciò che chiedevano. E tu, a chi dai retta? Alla famiglia, agli amici, ai sondaggi? O sarà che la semplice menzione del nome di Gesù ti dia fastidio? Se è così, non sei mica l’unico. Anche Erode avvertirà questa sensazione nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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