#120 - Il cattivo ladro - Matteo 27:44

Ai piedi della croce incontrerai un po’ di tutto: religiosi, soldati, politici, giudici, ricchi e poveri, e tutti contro il Figlio di Dio. Persino il mondo del crimine era lì rappresentato dai due ladri crocifissi accanto a Gesù. Settecento anni prima il profeta Isaia aveva già predetto che il Messia sarebbe stato “annoverato fra i trasgressori” (Isaia 53:12).

All’inizio i due criminali deridono Gesù, ma quando uno di loro griderà: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”, l’altro lo rimprovera, dicendo: “Non hai tu nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio?” (Luca 23:39-40). Chi è questo ladro che all’improvviso cambia lato?

Secoli dopo qualcuno inventerebbe una sua biografia: che il suo nome sarebbe Dismas, che era un ladro e un pericoloso assassino, essendo il figlio di un capobanda. Ora, però, arriva la parte migliore: lui, che avrebbe ucciso i suoi propri fratelli, non aveva mai ucciso anziani, donne e bambini, e avrebbe anche aiutato la famiglia di Gesù durante la fuga in Egitto. E chi avrebbe mai raccontato tutto ciò? Sì, la tradizione.

Quando leggi i quattro vangeli, non stai leggendo quello che ci dice la tradizione. Stai leggendo gli scritti di autori che, ispirati da Dio, ci riferiscono ciò che hanno visto o hanno sentito da testimoni che erano ancora in vita quando i testi sono stati scritti, copiati e letti ovunque. Chiunque potrebbe smentire l’intera storia, se fosse soltanto una leggenda. E se credi ai giornali che sono ogni giorno in edicola, non c’è nessun motivo di dubitare dei vangeli.

La tradizione, invece, ha un carattere diverso, giacché può anche includere leggende e fantasie. Religioni basate sulla tradizione sono piene di misticismo, credenze popolari e superstizioni, che servono più a schiavizzare i loro seguaci che a liberarli. Il cristiano non segue questo tipo di tradizione, ma il racconto dei fatti, così come ci ha scritto Pietro stesso nella sua seconda epistola:

“Poiché non è coll’andar dietro a favole artificiosamente composte che vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signor Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà.” (II Pietro 1:16).

La tradizione, che si è inventata una specie di trucco per quel criminale soprannominandolo “il buon ladro”, cerca di dargli il merito per la sua salvezza. Se chiami “buono” un criminale, che in una rapina uccide solo il padre di famiglia, preservando la madre, i figli e la nonna, allora ok, continua a credere nella tradizione.

È stata la Parola di Gesù che ha trasformato il cuore di quel criminale. Lui aveva appena sentito Gesù mentre diceva: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno.” (Luca 23:34). Se quel Gesù poteva intercedere per i suoi crudeli carnefici, c’era una possibilità di salvezza anche per lui. Così, il bandito lo supplica: “Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno!” (Luca 23:42). E Gesù gli risponde: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso.” (Luca 23:43). Qualche minuto dopo quell’uomo sarebbe già in paradiso, non perché fosse un “buon ladro”, ma perché era un peccatore convinto, che confidava nella grazia e nella misericordia di Dio.

Nei prossimi 3 minuti Gesù non sarà ucciso dalle guardie.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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