#119 - La croce - Matteo 27:27-43

Gesù è stato consegnato perché fosse crocifisso, ma non senza prima essere schernito dai soldati, che lo spogliano e gli mettono sulle spalle un manto scarlatto. Poi una corona di spine è collocata sul suo capo, ed anche una canna nella mano destra come se fosse uno scettro. E, inginocchiandosi dinanzi a lui, lo beffavano dicendo: “Salve, re dei giudei!” (Matteo 27:29). Infine, gli sputano addosso e lo picchiano.

Dopodiché Gesù viene portato sul Golgota, che vuol dire “Luogo del teschio” (Matteo 27:33), per essere crocifisso. E durante il percorso costringono Simone, un africano di Cirene, oggi Libia, a portare la sua croce. I soldati danno a Gesù del vino mescolato con fiele, una specie di anestetico, però lui si rifiuta di bere. Mille anni prima, nel Salmo 22, era già stato predetto che i soldati avrebbero tirato a sorte le vesti di Gesù, esattamente come è successo qui. Sulla croce, sopra il suo capo, un’iscrizione trilingue ironizzava: “Questo è Gesù, il re dei giudei.” (Matteo 27:37). L’ebraico, il greco e il latino rappresentavano rispettivamente le lingue della religione, della scienza e del potere.

Tutte quelle persone che si radunavano intorno alla croce insultavano chi aveva dato da mangiare ai loro affamati e chi aveva guarito i loro malati. Sarebbe forse possibile che tra quelle bocche che lo stavano maledicendo, ci fosse anche qualche muto che Gesù stesso aveva fatto parlare? E tra quei pugni alzati contro di lui, ci sarebbe forse stato anche qualche paralitico dalla nascita che lui aveva guarito? E chissà se tra gli sguardi d’odio rivolti al Figlio di Dio sulla croce, non ci fosse stato anche qualcuno che aveva appena ricevuto da lui il dono della vista!

Una cosa è certa: chi veniva lì disprezzato, in un fragile corpo umano, era il Creatore. L’apostolo Giovanni avrebbe poi scritto nel suo vangelo: “Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.” (Giovanni 1:3). Quindi, questo include la folla, lo spino da cui proveniva la sua corona, l’albero da cui proveniva la sua croce e il minerale ferroso trasformato nei chiodi che immobilizzavano le sue mani e i suoi piedi.

Intorno al XII secolo un monaco francese, Bernard de Clairvaux, ha descritto la crocifissione in un’opera poetica che ci parla dei piedi, delle ginocchia, delle mani, dei fianchi, del petto, del cuore e del viso di Gesù. Una versione libera dell’ultimo poema dice pressappoco così:

Oh, così sanguinosa, colpita nel dolor, 
Crudel corona ferì la fronte del Signor. 
Oh, quanti si fan beffe di tale disonor, 
Deridono le pene, colpendolo al cuor. 

Gli occhi senza luce, non brillan più così, 
Perché, Gesù, si spengon? Per noi, lo sappiamo, sì! 
E grandi sofferenze, noi in peccato qui, 
Causammo rudemente, che il sol impallidì. 

Amato Salvatore, sofferse per noi lì, 
Indebolito in croce, oppresso lui patì. 
Parole non rivelan la grazia del tuo amor, 
Oh, redenzione eterna, fecondo il tuo favor. 

Curiosamente i due ladri crocifissi accanto a Gesù si uniscono al coro della folla ed anche loro lo insultano. Qualcosa, però, succederà a uno di loro, nei prossimi 3 minuti. 

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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