#077 - Alla base della piramide - Matteo 20:20-28

Nel seguito del capitolo 20 di Matteo troviamo la madre di Giacomo e di Giovanni chiedendo a Gesù un posto per questi suoi figli, l’uno a destra e l’altro a sinistra di Gesù nel suo regno. E lui risponde loro che non capivano affatto quello che avevano appena chiesto.

“Potete voi bere il calice che io sto per bere?” (Matteo 20:22), gli domanda Gesù riferendosi al suo imminente martirio. Entrambi hanno risposto di sì, senza sapere in quel momento, in realtà, che veramente un giorno sarebbero stati martirizzati. Giacomo subirebbe la morte di un martire e Giovanni avrebbe avuto la vita di un martire, esiliato sull’isola di Patmos.

Gli altri discepoli s’indignano, probabilmente solo perché Giacomo e Giovanni sono stati più veloci di loro a richiedergli una posizione. La prima volta che Gesù ha annunciato la sua morte, Pietro l’ha rimproverato affermando che ciò non gli sarebbe mai successo. La seconda volta, i discepoli erano più interessati a sapere chi sarebbe stato il maggiore nel regno. E ora, la terza volta, sono preoccupati con le posizioni che occuperanno.

Così è l’essere umano, ignorante e indifferente ai pensieri di Dio. A meno che tu abbia lo Spirito Santo di Dio abitando in te, che si riceve tramite la fede in Gesù, i tuoi pensieri non saranno mai i pensieri di Dio. Per rispondere alle pretese di potere e di dominio dei discepoli, Gesù indica se stesso, cioè colui che non è venuto qui per ricevere qualcosa, ma per dare quello che aveva di più prezioso: la sua vita.

Contrariamente a quello che accade nel mondo, per Dio le persone più importanti non sono le più potenti, non sono quelle in cima alla piramide, dove tutte vorrebbero stare. Per Dio, importante è chi sta alla base della piramide. Se Gesù non era venuto per essere servito, ma per servire, qual era la posizione che i suoi discepoli avrebbero dovuto sperare?

I discepoli, come d’altronde tu ed io, credevano che i più forti, i più intelligenti e i più potenti sarebbero stati quelli che avrebbero sopravvissuto, vinto e dominato sui più deboli. Potrebbe anche funzionare così rispetto alla natura, ma non rispetto alle cose di Dio. Lì c’era uno che era l’opposto di tutto ciò: un umile e debole servitore di tutti, qualcuno che entro breve il mondo vedrebbe come essendo un perdente appeso su una croce.

Gesù era venuto per dare la sua vita in riscatto per molti. Ci hai mai pensato? Di solito viene dato un riscatto per liberare un prigioniero. Se pensi, però, di essere libero, non apprezzerai neanche un po’ questo riscatto. Se invece riconoscerai che hai bisogno di liberazione ma credi che essa sia ottenuta dai tuoi stessi sforzi, avrai veramente capito perché Gesù è morto? Hai anche notato che questo riscatto è “per molti” e non “per tutti”? Già, molte persone saranno escluse e spero sinceramente che tu non sia tra queste. A questo punto sarebbe meglio essere come i ciechi dei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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