#076 - Il tema ricorrente - Matteo 20:17-19

Nel capitolo 20 di Matteo leggiamo che Gesù e i suoi dodici discepoli stavano per salire a Gerusalemme. E cammin facendo, lui li chiama da parte per rivelargli qualcosa che, in realtà, non era nessuna novità. Infatti, questa è già la terza volta in questo vangelo che Gesù afferma che dovrà andare a Gerusalemme per essere consegnato ai capi sacerdoti e agli scribi, maestri della legge di Dio, per essere condannato a morte e messo nelle mani dei romani affinché fosse schernito, flagellato e crocefisso.

Molte persone pensano che la Bibbia sia un libro d’istruzioni. Qualcosa come: “Che cosa dovrei fare per andare in cielo”. Il tema fondamentale della Bibbia non sei tu o che cosa dovresti fare. Tutta la Bibbia ci parla di Gesù e di tutto ciò che lui ha fatto. Il tema centrale e ricorrente della Parola di Dio è Gesù, la sua morte e la sua risurrezione. Lui gli spiega che è per questa ragione che sta andando a Gerusalemme; per questo è venuto al mondo.

Quando l’apostolo Paolo ha spiegato cosa fosse il vangelo, nella sua lettera ai cristiani di Corinto, in Grecia, l’ha riassunto così: “Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che resuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture” (I Corinzi 15:3-4).

Di quali Scritture parlava? Solo dell’Antico Testamento, poiché ancora non esisteva il Nuovo. Gesù era già il tema centrale delle Scritture secoli prima di venire al mondo. È di Gesù nella sua morte che ci parla ogni sacrificio di un animale innocente trovato nell’Antico Testamento, a partire dal primo: Dio sacrificando un animale per coprire, con tuniche di pelle, il peccato di Adamo ed Eva.

Poi, prendi i Salmi, per esempio. Molte persone li leggono come se fosse un libro di preghiere, ma il testo assume una nuova prospettiva quando viene letto come essendo l’espressione dei sentimenti, delle sofferenze e delle glorie di Gesù.

Nel Salmo 23:1, chi afferma: “L’Eterno è il mio pastore, nulla mi mancherà...”, esiste soltanto perché prima la stessa persona, nel Salmo 22, ha detto: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?... chiunque mi vede si fa beffe di me... apron la loro gola contro a me... la lingua mi s’attacca al palato... uno stuolo di malfattori m’ha attorniato; m’hanno forato le mani e i piedi... spartiscon fra loro i miei vestimenti...” (Salmo 22:1-18). Sì, è proprio Gesù che ha detto tutto questo, mille anni prima di venire al mondo.

E per te, che cosa significano la morte e la risurrezione di Gesù? È quello che c’è di più importante al mondo? Lo spero davvero perché, a quanto pare, per i discepoli ciò era irrilevante, almeno fino a questo momento. Purtroppo, anche dopo aver appena sentito da Gesù stesso l’annuncio della sua morte, cominciano a preoccuparsi solo di sapere chi avrebbe occupato le migliori posizioni nel regno di Gesù. Non ci credi? Allora dai un’occhiata ai prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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