#142 - Il vento invisibile - Giovanni 3:8-13

Se Gesù ha usato l’acqua per simboleggiare l’azione della Parola di Dio nella nuova nascita, ora usa il vento come figura di chiunque è nato dallo Spirito Santo. Ricordati che sta parlando di una nuova nascita spirituale, generata dall’alto verso il basso, da Dio all’uomo, e non di una rinascita della vecchia vita naturale che portiamo in noi, e nemmeno del vecchio corpo della carne. “Quel che è nato dalla carne, è carne; e quel che è nato dallo Spirito, è spirito” (Giovanni 3:6), perciò non pensare neanche per un momento ad una presunta reincarnazione.


La nuova nascita è un atto sovrano di Dio, e non una decisione dell’essere umano; senza di lui è impossibile all’uomo credere in Gesù. In Efesini 2:1 Paolo ci spiega che gli uomini sono spiritualmente morti nei loro falli e nei loro peccati. Prova a mettere una tonnellata di pietre su un uomo morto e vedrai che non succederà proprio niente. Non ne sentirà il peso, non sarà capace di spostarlo e nemmeno vorrà farlo. Lui è morto.


Si deve guardare all’essere umano come essendo spiritualmente morto e così si capirà perché non sente questa tonnellata di peccati che grava su di lui, non avendo nessuna voglia di avvicinarsi a Dio. E non riesce a farlo né una cosa né l’altra. Ci vuole un intervento divino che inietti vita in quest’uomo morto per fargli sentire il peso dei suoi peccati, e allora sì invocherà Dio per avere liberazione. Come succede tutto ciò? Nessuno lo sa, nessuno l’ha mai visto.


Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né d’onde viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito.” (Giovanni 3:8). Questo è quanto possiamo capire della nuova nascita. La sua azione è così invisibile come il vento, tuttavia possiamo vedere i risultati in chi è nato di nuovo. Il cambiamento è reale. Nicodemo, però, continua a pensare che Gesù stia parlando di un evento fisico, che può essere analizzato dalla logica razionale di una mente naturale, ma si sbaglia.


Lui continua a non capire e riceve, per così dire, una bella sgridata: “Tu sei il dottor d’Israele e non sai queste cose?” (Giovanni 3:10). La risposta più semplice è “No”, perché Nicodemo deve ancora nascere di nuovo. Beh, lui è capace almeno di comprendere che il Messia dovrà venire e stabilire il suo Regno, ma non sa come ciò accadrà, o come un’anima sarà trasformata per poter partecipare a questo Regno. Così, Gesù deve mettere da parte il Regno e altre cose terrene, e parlargli adesso delle cose celesti. Chi, però, avrebbe l’autorità per parlare delle cose celesti?


Soltanto qualcuno proveniente dal cielo, che avesse libero transito tra il cielo e la terra, che avesse il potere di salirci di propria iniziativa sempre che lo desiderasse, senza essere portato da nessuno. Qualcuno preesistente, che non solo fosse nato qui, ma che fosse sceso dal cielo per nascere qui... insomma, qualcuno che fosse Dio onnipresente, per essere in cielo e allo stesso tempo davanti a Nicodemo. Perché “nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figliuol dell’uomo che è nel cielo.” (Giovanni 3:13). Nei prossimi 3 minuti impareremo il significato del serpente di rame, la cui storia Nicodemo conosce già dall’Antico Testamento.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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