#075 - La giustizia e la grazia - Matteo 20:1-16

Alla fine del capitolo 19 di Matteo i discepoli chiedono cosa otterranno dopo aver lasciato ogni cosa per seguirlo. Gesù promette che coloro che rinunciassero a tutto per seguirlo, riceverebbero cento volte di più, oltre alla vita eterna. Certamente Dio ha una ricompensa per la fedeltà che viene dopo aver creduto in Gesù. Perché se non credi in lui, come potresti seguirlo?

Tuttavia Gesù avverte che “molti primi saranno ultimi; e molti ultimi, primi.” (Matteo 19:30); così, nel capitolo 20, ci mostra il contrasto tra la giustizia e la grazia servendosi di una parabola. Adesso il regno dei cieli è paragonato al proprietario di una vigna che assume dei lavoratori a giornata. Per i primi, che iniziano a lavorare pressappoco alle sei del mattino, conviene di pagare a ognuno una moneta d’argento il giorno, e loro lo accettano. Era un salario minimo sufficiente per acquistare una cesta di alimenti.

Con il passare del giorno, il padrone assume degli altri lavoratori, ma senza precisare quanto avrebbero guadagnato. Dice soltanto che pagherà loro ciò che sarà giusto. Quindi, solo i primi avevano, per così dire, un contratto verbale e formale che determinava l’importo da ricevere.

Alla fine della giornata il proprietario della vigna comincia per primo a pagare gli ultimi arrivati, quelli che erano stati assunti quasi alla fine del giorno lavorativo, dando loro lo stesso pagamento dei primi, che avevano lavorato tutto il giorno. E nessuno si lamenta, tranne i primi lavoratori, ossia gli unici che sapevano quanto avrebbero guadagnato. Avevano ragione di protestare? No.

Il padrone è stato giusto quando ha pagato ciò che era stato concordato con i primi. E non era ingiusto quando pagava agli altri ciò che era necessario per il loro mantenimento. Se avessero ricevuto di meno, i loro figli avrebbero avuto fame. I primi sono stati trattati con giustizia, e gli ultimi trattati con grazia, la quale dà a ognuno conforme al cuore di Dio, e non secondo il merito dell’uomo. Dio ha un gran cuore, colmo di compassione.

Se non capirai questo, sicuramente troverai ingiusto che un assassino, convertito pochi minuti prima della sedia elettrica, riceva lo stesso cielo di qualcuno che ha creduto in Gesù fin da giovane e che ha condotto una vita di devozione a Dio. E sai perché credi che sia ingiusto? Perché ti consideri migliore dell’assassino. Se Dio trattasse tu ed io con giustizia, saremo entrambi condannati, poiché siamo tutti ugualmente peccatori e trasgressori della legge di Dio. Perfino nella legge degli uomini, nonostante le penalità siano diverse, tanto l’omicida quanto un uomo che parcheggi in sosta vietata, saranno entrambi considerati dei trasgressori.

Affinché Dio potesse essere allo stesso tempo giusto e misericordioso, Gesù ha accettato di ricevere sulla croce il castigo per i peccati, tanto dell’assassino quanto di chiunque credesse in lui. Ora Dio può salvare per grazia qualsiasi persona che creda nel suo Figlio Gesù. Ed è di questo sacrificio, un tema ricorrente in tutta la Bibbia, che Gesù torna a parlare con i suoi discepoli nei prossimi 3 minuti.


Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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