#097 - La parentesi profetica - I Tessalonicesi 4:15-18

Negli ultimi 3 minuti ho parlato di una parentesi che dura da più di duemila anni, ossia il periodo della Chiesa, la quale è l’insieme di tutti coloro che credono in Gesù. La Chiesa non appare nel capitolo 24 di Matteo, che tratta di Israele e del mondo in generale, e particolarmente del rimanente dei giudei che ancora in futuro crederanno in Gesù. Questa parentesi è stata aperta con la formazione della Chiesa nel secondo capitolo di Atti degli Apostoli, quando Dio ha smesso di trattare con Israele e ha cominciato a trattare con tutti coloro che si convertono a Gesù, siano essi giudei o gentili. Questa è la Chiesa o il Corpo di Cristo.

E questa stessa parentesi sarà chiusa con un evento noto come il rapimento della Chiesa, descritto in I Tessalonicesi 4. Lì Paolo ci dice “che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati” (I Tessalonicesi 4:15), cioè coloro che sono morti nella fede. L’apostolo s’include tra quelli che sarebbero rimasti vivi fino a quest’avvento del Signore, poiché per quest’avvenimento non c’è una data precisa. Potrebbe essere accaduto tanto ai giorni dell’apostolo quanto può accadere proprio oggi o tra cent’anni. Ci sono indicazioni, però, che non ci vorranno ancora altri cent’anni.

Sebbene le profezie bibliche riguardino Israele, e non la Chiesa, da quello che ha scritto il profeta Daniele e da altri passaggi sappiamo che la venuta di Gesù per stabilire il suo regno dovrebbe aver luogo sette anni dopo la sua morte. Poiché il periodo della Chiesa è una parentesi, essendo un’inserzione iniziata dopo la morte di Gesù, questi sette anni sono una sorta di “animazione sospesa”. Lo scatto per far ripartire l’orologio profetico è il rapimento della Chiesa.

Ora immagina di metterti in viaggio per visitare un amico che vive in Italia ma a sette chilometri dalla frontiera con la Francia. Sulla strada non ci saranno dei cartelli per indicarti quanto manca ad arrivare a casa sua, però esisteranno delle segnalazioni mostrandoti quanto dista il confine da raggiungere. Il capitolo 24 di Matteo ed altre profezie sarebbero questi cartelli, ossia i segni che ti indicano quanto manca al confine, perché Cristo ritorni in gloria. Sette anni prima avrà luogo questo rapimento.

Questi versetti della prima epistola ai Tessalonicesi ci rivelano che il Signor Gesù, al momento del rapimento della Chiesa, scenderà dal cielo, ma senza mettere piede sulla terra; diversamente, però, accadrà sette anni dopo, quando verrà per regnarci. Al rapimento lui comparirà soltanto sulle nuvole, e quelli che sono morti nella fede risusciteranno per primi. Poi, i viventi che credono in Gesù avranno i loro corpi trasformati e saranno rapiti per incontrare il Signore nell’aria. Niente di tutto ciò sarà visto dagli increduli, così com’è successo con Gesù quando è apparso a più di cinquecento discepoli dopo esser risuscitato, non presentandosi a nessun incredulo.

Al rapimento rimarranno indietro due classi di persone: chi ha già ascoltato il vangelo e non ha creduto in Gesù, inclusi quelli che credono solo a parole, e coloro che non sono mai stati evangelizzati. I primi non avranno mai più un’altra opportunità, anche se molti tra questi continueranno a frequentare i loro templi e le loro funzioni religiose. Tra le persone del secondo gruppo, cioè fra quelle che non sono mai state evangelizzate, molte si convertiranno a Gesù, guidate da un rimanente di giudei convertiti e fedeli. Ed è a loro che Gesù rivolge il suo discorso nel capitolo 24 di Matteo, al quale torneremo nei prossimi 3 minuti.

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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