#116 - Il pentimento di Pietro - Matteo 26:69-75

Ti ricordi come l’apostolo Pietro abbia sempre dimostrato di essere il più spaccone, il più impetuoso e un leader nato? Sì, poco prima lui aveva affermato categoricamente che non avrebbe mai abbandonato Gesù, anche se lo avessero fatto tutti gli altri. Gesù, però, lo avverte che non sarebbe stato così, e il canto del gallo glielo avrebbe fatto presente.

Tra i dodici discepoli, ora ne abbiamo uno che ha tradito Gesù, dieci che stanno in ansia per lui e Pietro, che sembra essere più preoccupato per se stesso e per la propria reputazione. Quell’uomo, così impulsivo da sfoderare la sua spada per attaccare quelli che cercavano di arrestare Gesù, ora cammina nell’ombra, temendo di essere riconosciuto. Eppure qualcuno lo riconosce.

Una serva gli si avvicina, dicendogli che lui era stato con Gesù ma Pietro lo nega e corre verso l’atrio per essere più vicino all’uscita. E nuovamente un’altra serva lo riconosce, e ancora una volta lui lo nega, affermando persino di non conoscere Gesù. Di lì a poco, altri lo identificano come essendo un seguace di Gesù dalla sua parlata, e Pietro si mette subito a imprecare e a giurare di non conoscerlo. Poi, il gallo canta e lui si ricorda di quello che Gesù gli aveva detto. Se ne va e piange amaramente.

Quando incontrerai in giro un supercristiano, non fidarti. Le persone che fanno dichiarazioni impetuose basate sulla propria energia sono le prime ad abbandonare la barca al momento del pericolo. Il cristiano è soprattutto un debole, un incapace, un dipendente da Dio in tutto e per tutto. Quei messaggi motivazionali che cercano di esaltare l’ego e la propria capacità non sono altro che un’esca, specialmente nelle cose spirituali. Gesù ha affermato che senza di lui non possiamo far nulla (Giovanni 15:5).

La nostra dipendenza da Dio inizia già dalla salvezza, che non proviene da noi stessi o dai nostri sforzi, ma da Dio (Efesini 2:8-9). Una volta salvato, il cristiano dovrà continuare a dipendere al 100% da Cristo per non cadere in inganni. Questo potrebbe sembrare una follia a chiunque abbia fiducia nell’evoluzione e nella crescita spirituale basata sul merito. Ed è veramente una pazzia, proprio come lo è tutto ciò che leggi nella Bibbia.

Pensa alla follia che è sperare di essere salvato credendo in qualcuno che ha finito i suoi giorni inchiodato su una croce! Pensa alla follia che è seguire qualcuno che affermava di avere gli angeli sotto il suo comando eppure è stato abbandonato alla sua propria sorte! Sarebbe troppa pazzia credere in qualcuno così, non trovi?

Quando leggi, però, la prima epistola ai Corinzi, scopri che il messaggio della croce, che è pazzia per gli uomini, è sapienza di Dio (I Corinzi 1:24). Pietro imparerà questa lezione. Alla fine della sua vita sarebbe stato legato e condotto alla morte senza opporre resistenza. Lui consegnerebbe la sua vita nelle mani di colui che era e sempre sarà la vera Roccia: Gesù.

Purtroppo in questo episodio lo vediamo mentre nega di conoscere Gesù, cambiando perfino il suo modo di parlare, solo per salvare la propria reputazione. E, tristemente, anche noi a volte lo facciamo, solo per poi piangerci su, come ha fatto Pietro. Nei prossimi 3 minuti anche Giuda se ne pentirà, ma non come Pietro. 

Mario Persona - (Tradotto da Cristina Fioretti)

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